Nata a Bastia di Rovolon (Padova) il 3 giugno 1927, era entrata nella famiglia elisabettina nel 1949.

Dopo la professione, avvenuta nel 1952, ha vissuto la missione elisabettina sempre accanto alla persona ammalata, fino a quando non ha avuto bisogno lei stessa di essere curata.

Dal 1952 al 1991 ha operato nelle corsie dell’ospedale di Padova, inserita nella comunità ospedaliera e partecipando alle vicende dei vari trasferimenti di sede dentro e fuori della struttura ospedaliera (comunità C e comunità II, Comunità di via San Mattia, di via sant’Eufemia, di via san Massimo, di via Belzoni), sempre sollecita della cura del malato con passione e tenerezza.

Terminato il servizio ospedaliero ha vissuto da buona samaritana nell’infermeria di Casa Madre, poi a Zovon di Vo’, a Taggì di Villafranca nella comunità “Regina Pacis” e poi “Maria Immacolata”.

Nel 2016 la malattia l’ha visitata in maniera significativa ed è iniziato per lei il tempo dell’abbandono, a lasciarsi curare, prima nell’infermeria di Casa Madre e, dopo un anno da convalescente nella casa soggiorno “E. Vendramini” – Arcella, nell’infermeria “Regina Apostolorum” a Taggì di Villafranca.

Ha vissuto le varie fasi della malattia e la sua progressiva impotenza come esperienza di accettazione della volontà di Dio, sentendo che lui aveva cura di lei attraverso l’opera del personale infermieristico; così è giunta all’incontro con il suo Signore con la lampada accesa, accompagnata dalla Vergine Maria, nel giorno della memoria della sua apparizione a Fatima.

Ricordiamo suor Girolamina come persona attenta e premurosa soprattutto verso chi era in difficoltà fisica, amante della vita comunitaria e della famiglia elisabettina, esempio di dedizione instancabile. Il Signore l’accolga nella sua Casa e benedica tutte le persone che l’hanno accompagnata e assistita in questi anni.